|
|
|
|
|
|
|
Aprile 2011
Aguglia
Nello Cataudo
|
|
Nome comune Aguglia
Specie Belone acus
Genere Belone
Famiglia Belonidi
Ordine Beloniformi
Dati morfologici:
Peso massimo 1,35 Kg
Peso medio 300g
Lunghezza massima 90 cm
Durata della vita fino a 16 anni
L’aguglia è un pesce pelagico con abitudini gregarie. Vive di solito al largo, in branchi composti solitamente di numerosi individui. Vaga continuamente alla ricerca di cibo, composto da organismi planctonici, crostacei e piccoli pesci, mantenendosi sempre appena sotto la superficie dell’acqua. Però, all’inizio del periodo della riproduzione, che coincide con la primavera, si avvicina alle nostre coste, per rimanervi sino ad autunno inoltrato.
Questi spostamenti sono motivati dal fatto che le femmine scelgono dei fondali ricchi di alghe ed altre piante acquatiche per deporvi le uova. Questi ultimi hanno un diametro di circa tre millimetri, non sono galleggianti, e sono dotati di lunghi e sottili filamenti, per mezzo dei quali si attaccano alla vegetazione sommersa.Le larve, appena schiuse dall’uovo, hanno una lunghezza di circa 1cm, ed il rostro non è ancora sviluppato, ma quando la loro taglia raggiungerà i 2 cm questi si sarà già notevolmente allungato.
Morfologia
Allo stato adulto, la forma dell’aguglia è inconfondibile. Ha il corpo lungo e sottile, di forma cilindrica, leggermente compresso ai lati. Il rapporto fra la lunghezza e l’altezza del corpo può raggiungere il valore di 16 a 1. Questo è ricoperto da piccole scaglie cicloidi.
Il colore del dorso varia dall’azzurro bluastro all’azzurro verdastro. I fianchi sono color argento, e il ventre bianco. La testa è dotata di grandi occhi di forma circolare. Il colore dello scheletro è di un particolare verde pallido.
Un’altra particolarità è la lunghezza delle mascelle, simili ad un lungo becco, come quello di alcuni uccelli acquatici, che conferisce a questo pesce il caratteristico aspetto. Da questo rostro così allungato deriva per l’appunto il suo nome scientifico che significa “ago”. Delle mascelle, la inferiore è leggermente più lunga della superiore. Entrambi sono dotate di piccoli denti appuntiti. La punta di questa sorta di “spada naturale” non è dura, ma reca una formazione molle di natura cartilaginea.
La pinna dorsale è in posizione molto arretrata, quasi opposta e simmetrica a quella anale, che inizia leggermente prima. Le pinne pettorali sono poste in posizione normale, mentre le ventrali, a “parecchia distanza”, nella seconda metà posteriore del corpo. La caudale ha due lobi, disuguali, di cui l’inferiore risulta essere leggermente più grande.
L’aguglia non si sottrae a quella famosa legge del mare secondo la quale “pesce grande mangia pesce più piccolo”, ed è quindi costretta a svolgere il doppio ruolo, di predatore, nei confronti dei pesci più piccoli, e di preda, nei confronti dei pesci più grossi.
Pesca
Nel periodo che si avvicina alle coste essa predilige quelle rocciose, e staziona preferibilmente in prossimità delle punte e dei promontori, non disdegnando assolutamente le punte esterne dei moli. Pur tuttavia non accosta mai a ridosso del sottoriva. Qualora si intenda insidiarla dalla riva, è opportuno utilizzare delle tecniche di pesca che ci consentano di far arrivare l’esca abbastanza lontano. Le aguglie si possono insidiare durante tutto l’arco della giornata, ma le ore che danno maggiori risultati sono quelle che vanno dal tardo pomeriggio all’imbrunire. Essa è un vorace predatore che predilige cacciare lungo le scie di corrente che lambiscono la costa. Individuare quest’ultime è cosa semplice: sono in sostanza quelle zone in cui la superficie del mare appare più liscia e meno increspata rispetto alle aree circostanti.
La pesca sportiva all’aguglia viene praticata sia dalla costa, con particolari tecniche quali ad esempio la bombarda e lo spinning, sia dalla barca, con la traina ultraleggera, e ad una moderata velocità di circa 2-3 nodi massimo. In entrambi i casi si cerca di indurre il pesce ad attaccare l’esca stimolando il suo innato istinto predatorio, sia con esche naturali, quali la striscetta di sardina, il Koreano, o qualche striscia o tentacolo di calamaro, sia con esche artificiali quali piccoli cucchiaini ondulanti.
Se da un lato la pesca all’aguglia dalla costa può essere già fonte di soddisfazione e sano divertimento, è anche vero che quando la si ricerca con la barca, la sua cattura non è mai fine a se stessa ma nasconde quasi sempre un secondo fine. Essa è considerata una ghiotta preda da quasi tutti i grandi predatori, ed il trainista la ricerca, all’inizio delle proprie uscite in mare, per utilizzarla come esca viva per attirare prede più “importanti” quali dentici e ricciole.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|