|
|
|
|
|
|
|
Aprile 2012
La Boga
Nello Cataudo
|
|
Nome comune Boga
Specie Boops boops
Genere Boops
Famiglia Sparidi
Ordine Perciformi
Dati morfologici:
Peso massimo 0,60 Kg
Peso medio 100 g
Lunghezza massima 40 cm
Durata della vita ----
La boga è un pesce semipelagico, diffusissimo nelle acque di tutti i nostri mari. La si ritrova sempre in vicinanza delle coste. Preferisce stazionare sopra fondali ove ci sia una ricca vegetazione, ma si può incontrare anche su fondali sabbiosi e rocciosi, nonché dentro i porti. Vive in branchi composti da numerosi individui. Si nutre di organismi planctonici, vegetali e piccoli crostacei.
Il periodo della riproduzione va dalla primavera all’estate. Una particolarità di questa specie è che vi sono esemplari che presentano una ben precisa identità di sesso, ed altri che sono ermafroditi. Inoltre, nei giovani sono presenti gonadi con funzione ovarica, che poi si trasforma in funzione testicolare negli individui più adulti. Appena deposte, le uova hanno sono di dimensioni inferiori al millimetro.
Morfologia
Ha il corpo fusiforme, leggermente compresso ai lati, e interamente ricoperto da piccole squame. La coda si è bilobata con le estremità molto appuntite. Sul dorso presenta un’unica pinna dorsale, molto allungata, che si estende dall’altezza dell’opercolo fin quasi alla coda. Essa è composta nella parte iniziale da raggi spiniformi, che diventano molli nella parte finale. La pinna anale è invece molto meno sviluppata. Di proporzioni ridotte anche le pettorali e le ventrali. La testa è grande e tozza, grande anche l’occhio, ma la bocca si presenta molto piccola, con il taglio inclinato verso l’alto. Ambedue le mascelle sono ricoperte da una singola fila di denti, che hanno la caratteristica di presentare più cuspidi.
Il colore prevalente della boga è argenteo. Il dorso si presenta di un verde olivastro, mentre il ventre tende al bianco. I fianchi, al di sotto della linea laterale, sono percorsi da più linee parallele che alla luce del sole presentano dei riflessi dorati.
Le pinne sono di colore scuro sul dorso e di colore chiaro sul ventre.
Pesca
La pesca alle boghe rappresenta un vero e proprio divertimento per molti appassionati, in quanto questa attacca senza esitazione quasi tutte le esche che si possano calare in mare. Le abboccate si susseguono numerose, e una volta allamata, cerca di liberarsi accanitamente finchè può, tanto che spesso riesce a tagliare la lenza con i denti, mentre si trova in aria, in fase di salpaggio.
Il periodo migliore per insidiarla va dalla primavera in poi, quando si sposta dai fondali al largo verso quelli del sottocosta per la riproduzione. Le ore migliori vanno di solito dal tardo pomeriggio fin dopo l’alba. Quando il mare è calmo o appena increspato si allontanano per qualche miglio verso il largo durante le ore centrali del giorno. Invece quando il mare è mosso, e l’acqua è torbida, esse si mantengono a ridosso della costa e abboccano alle nostre lenze per tutto il giorno. Verso il tramonto del sole la frequenza delle abboccate tende di solito a diminuire, o a volte a cessare del tutto.
L’attrezzatura che meglio si presta alla pesca delle boghe è una canna di punta ad azione leggera. L’utilizzo del galleggiante è d’obbligo in quanto questi pesci si nutrono di solito a mezz’acqua, e prima di entrare in pesca proficuamente, occorre individuare la giusta fascia di profondità in cui stazionano in quel momento. Quando si può, specialmente con acque calme è consigliabile preferire l’impiego di leggeri galleggianti affusolati, che richiedono pochi grammi di zavorra. Il motivo è presto spiegato: tante volte, dopo aver abboccato, anziché trascinare l’esca verso il basso, facendo affondare il galleggiante, esse tendono invece a risalire verso la superficie, tentando di recidere nel frattempo il filo. in questi istanti, il galleggiante, senza più l’azione della zavorra, tenderà a coricarsi sulla superficie dell’acqua. Ciò sarà ugualmente un segno di abboccata, e dovremmo essere rapidi a recuperare lenza e a salpare, prima che il pesce la tagli. Con i galleggianti per acque mosse, e cioè quelli di forma tozza, a pera o a sfera, tutto ciò non può essere notato in superficie, e corriamo spesso il rischio di perdere il tempismo con la ferrata.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|